SolaRoad

SolaRoad

Buongiorno a tutti i cinghiali. aperte dove è nata la prima pista ciclabile al mondo con i pannelli solari incorporati? Naturalmente in Olanda, in una cittadina a nord ovest di Amsterdam. Trattandosi di un progetto pilota, la corsia “solare” è lunga solamente 230 metri. La SolaRoad è il risultato di una stretta collaborazione tra settore privato, governo e mondo accademico: si compone di moduli in calcestruzzo della grandezza di 2,5 x 3,5 m. Le celle solari sono montate unidirezionalmente al di sotto di un vetro temperato, spesso circa 1 cm. Al momento non ci sono panelli solari sull’altro lato della carreggiata, nel teatino di scoprire quale “strato” di vetro sia migliore. L’idea è quella di utilizzare in futuro l’energia prodotta dai pannelli per garantire l’illuminazione stradale, semafori e perché no, anche auto elettriche. Visivamente, la SolaRoad sembra un pannello in vetro di cottura di una stufa elettrica, ed è dotata di una superficie particolare che crea attrito cosicché i ciclisti non avranno problemi a stare in carreggiata. E’ stato poi aggiunto un rivestimento inclinato per far scivolare via lo sporco quando piove e mantenere, così, la superficie pulita, consentendo la massima esposizione alla luce solare. Certo, si tratta di un progetto molto costoso e ancora tutto da sviluppare, dato che non potendo essere orientati verso il sole, i pannelli saranno meno efficienti di quelli posizionati sui tetti (circa il 30% di energia in meno prodotta). Ma è anche vero, che, data la velocità del progresso tecnologico, questi costi potranno diminuire di molto. E poi se non ci si prova, non ce la si farà mai! E bravi sti...
Absa Cape Epic 2015!

Absa Cape Epic 2015!

Amici cinghiali buondì. Ne abbiamo già parlato altre volte. Ma data la maestosità dell’evento ci torniamo ben volentieri. Vi presentiamo dunque il prologo per l’edizione 2015 della ABSA CAPE EPIC, gara leggendaria che si svolge in Sud Africa, alla quale ho cercato di “imbucarmi”, tramite la gentilissima e disponibilissima Asleigh!!!, prima come rivista di settore, poi come aiuto rivista di settore, poi ancora come aiutante dell’aiuto della rivista di settore, purtroppo (dico io, ma giustamente penso!) senza avere successo. E’ chiaro che provare a parteciparvi come biker, con tutti quei km e tutti quei metri di dislivello da superare, sarebbe un’impresa incredibile per noi! Sta di fatto però che la gentilissima Asleigh ci ha presi a cuore, eccoci allora a ringraziarla per tutte le notizie relative alla gara che ci manda abitualmente, compreso il video promo dell’edizione che sarà nel prossimo anno. E vi diciamo solo che il prologo comprenderà il giro della “Table Mountain”, una delle sette meraviglie naturali del mondo!!! E siccome le parole non servono per descrivere un evento simile, vi allego anche qualche foto tra le migliori dell’edizione 2014! (sempre offerta da Asleigh!). Ne ho selezionate 7 delle 460 che mi ha mandato!!!!   Che dire…continuiamo a sognare… Ciao...
Traversata del Vercellese, da Sud a Nord

Traversata del Vercellese, da Sud a Nord

L’idea di mettere assieme più itinerari mi balenava già per la testa da qualche mese, certo che sarebbe stata si una bella avventura ma altrettanto certo che sarebbe stata un’impresa ardua e tosta. Questo è uno dei periodi migliori per affrontare la montagna e così decido di attuare il piano tanto atteso, niente navigatore GPS perché non è presente fra le mie attrezzature, il 90% del tracciato è frutto di anni di tentativi e di “esperienza” fatta sul campo, la parte del Biellese e della Valsesia la conosco abbastanza bene come le mie tasche, mi mancava solo il tratto di trasferimento sulla pianura per agganciarmi al biellese sfruttando il più possibile le strade sterrate.   Partenza da Vercelli   Lungo il fiume Sesia Tutto è pronto, sono le sei del mattino ed è buio, luci montate e zaino in spalla, la città ancora dorme e io inizio a pedalare per portarmi sugli argini del fiume Sesia da dove inizierà questa interminabile e indimenticabile avventura, è buio pesto e questo tratto posso farlo ad occhi chiusi, solcato negli anni credo ormai migliaia di volte, la direzione è quella di Formigliana passando gli abitati di Quinto Vercellese e Collobiano, costeggiando il torrente Cervo, ovviamente tutto offroad!   Alba sulle risaie   Canale Cavour L’alba inizia ad illuminare la campagna circostante, ora l’abitato di Balocco per poi proseguire in direzione Villanova Biellese alle porte della riserva naturale delle Baragge, denominata la Savana Biellese, attraversarla all’alba da un tocco in più di wild, non ho solcato le varie piste che si addentravano e scavalcavano prima a destra e poi a sinistra continuamente la...
Mega del Pescone

Mega del Pescone

Bando alle ciance!! Potrei stare qui a prenderla alla larga, descrivervi come è partita l’idea di fare questo giro, come ci siamo organizzati, ecc. NO. Oggi vengo subito al sodo: QUESTO GIRO E’ UNA FIGATA PAZZESCA, PUNTO!! Potrei chiudere così, se non fosse che è troppo figo per non descrivervelo neanche un pochino. Punto primo S’ha da salire sul Mottarone. Poco importa da dove partite (noi da Armeno) e se passate da asfalto (come abbiam fatto noi) o sterrato: dovete arrivare in cima, e intendo proprio sotto alla croce, se arrivate solo ai bar è perchè avete una bdc, quindi questo articolo non vi parlerà di nulla di vostro interesse. PS Fermi ad un tornante per studiare il percorso della discesa, sono passati due tizi con delle velocissime e-bikes: non ho resistito dal dire al secondo “Eh, ma così non vale però!!“. Ha fatto un sorrisetto con una punta di colpevolezza e ha proseguito verso la cima… Punto secondo Pausa ristoratrice a un bar, un caffè, una barretta, momento relax: alla fine l’ascesa al Mottarone si fa sentire, ed è bene ricaricarsi un minimo prima di scendere. Approfittate della pausa anche per mettere le protezioni; ginocchiere direi obbligatorie, anche gomitiere e casco integrale non sfigurerebbero. Punto terzo Inizia la goduria: nel primo tratto bisogna fare alcuni brevi tratti di asfalto (proprio poca roba). Per il resto, la fatica dell’ascesa verrà ripagata da una discesa spettacolare. Vi troverete sotto le ruote qualsiasi tipo di fondo possibile e immaginabile, dal single track super flow fino a un breve tratto freeride dal fondo sabbioso, passando per la discesa lenta e tecnica tra...
Fat Experiences

Fat Experiences

Un caro saluto a tutti voi. Volevo raccontarvi di come sia, almeno per me, pedalare una fatbike. E lo farò prendendo ad esempio delle uscite recentemente fatte: la prima con friends a Pogno, la seconda alone in the dark dietro casa, la terza con Teo in epic ride. PRIMA: Un assaggio della prima ve lo ha già dato il cinghiale Pol, che a sua volta aveva assaggiato la speciale di Pogno sulle ginocchia. Capita! Immerso nelle full degli altri ragazzi, mi son dato alla prima uscita assoluta in fatbike sui sentieri di Pogno, tanto per. Salita in asfalto non subita come la scarsa preparazione fisica poteva far pensare. In cima, sgonfiamento selvaggio delle gommone per prepararsi al meglio alla discesa. Lascio scorrere via tutti e parto. Bene: alle prime curve strette, giro il manubrio ma lei va dritta. Apperò. Cerco di migliorare e di impostarle meglio. Quasi bene. Come rimbalza ancora sul sentiero! Mi fermo e sgonfio ancora l’anteriore. Riprendo e metro dopo metro la confidenza sembra aumentare, anche se per andar giù bene ce ne vorrà ancora molta. SECONDA: Esco da lavoro, arrivo a casa alle 19.00 ed un solo pensiero mi gira in testa: giro in bici, giro in bici, giro in bici, giro in bici!!! Il cielo è coperto, è praticamente già buio, pioviggina e tutte le luci frontali a disposizione sono scariche. Bene. Perché non uscire a provare la fat? E infatti esco. Mi dedico una mezzoretta di passione in solitaria per rinfrescare il cervello e vivere la serata con un altro spirito. Semplici 4 km A/R sui sentieri dietro casa inzuppati da giorni di...