Bike Dream Fantasy

Ciao amici cinghiali. Oggi vengo a voi con la voglia di parlarvi di qualcosa di unico e speciale, a cui non ho ancora voluto o saputo dare un nome. L’obbiettivo del giorno è quello di intrattenere almeno un poco il pubblico, cioè voi, ed anche me, in questa giornata d’autunno, dove spesso ci si sente come “sugli alberi le foglie”; ma allo stesso tempo, se il pubblico non è di quelli troppo pigri (come credo), nei giorni festivi o simili si mette in marcia alla ricerca di funghi o castagne o vermi morti. Si sa che i passi di queste “escursioni” eccezional-straordinar-popolari sono smellati e smellanti di un profumo intenso, che si ritrova solo in quegli ambienti ricchi di alberi ad alto fusto, su sentieri quasi completamente coperti dalle foglie secche ma umide (sempre che piova!), dove il sole si affaccia timidamente solo per qualche minuto al giorno. ecco, pubblico. pensa di esserci dentro.  E una volta dentro, ti trovi perfettamente a tuo agio. Certo, qualcuno del pubblico potrà pensare che il prorpio agio perfetto sia l’essere comodamente sdraiato al sole, a bere mojito e giocare con la sabbia; altro pubblico vorrà invece trascinarsi in qualche centro commerciale perchè c’è un’offerta incredibile di sgombro “prendi 8 paghi 2” e subito dopo rivolgersi alla propria Mecca, la Mecca Donald’s. Fermo restando che tutti i sensi ed agi deono e meritano di essere ascoltati, la scienza più autorevole, la filosofia dello spirito più autorevole e tutte le più autorevoli autorità, che oggi qui rappresento, hanno all’unanimità concluso che ci si sente sempre meno come “sugli alberi le foglie”, dato che non ci sono più le mezze stagioni.

Pubblico, se non hai mai provato ad esserci dentro, forse non puoi sapere come sia veramente. Euna volta là, non vorrai essere solo. E per tua fprtuna, potrai avere lei, al tuo fianco prima e sotto le natiche poi, mentre ti butti giù per quei sentieri, lasciandola andare sulle fogliecadute o tra i sassi o sulla terra battuta, mixando il brivido di un gran jolly pescato schivando all’ultimo e per puro caso un sasso più sporgente di altri, e l’adrenalina di farla scorrere e toccarla appena, perchè lei è dolce e cattiva allo stesso tempo. In quegli attimi, è come se chiudessi il cervello.

Stop, off, fine delle trasmissioni. L’unico neurone che hai sta pedalando hard con la sua bike nelle vene del tuo cranio, sghignazzandoti e burlandosi di te perchè non riesci a stragli dietro! Allora tu decidi che è il momento: gli dai il ben servito e diventi parte del sistema bosco, come se fossi nato tra le radici degli alberi. Tutto sembra più liscio e scorrevole, e dopo aver ingaggiato un rumorista che ti segua nella discesa “fschuuuuando” durante le curve, gli dai talmente dentro che dietro sono rimasti a ieri.

 

 

Questo intrattenimento allegro (?) finisce qui: ho dato ampio (direte voi, confermo io) spazio alla fantasia e alla voglia di tornare in sella che ti manca quando da troppo non ci sali. Onestamente la fantasia mi portava, prima di tirare i freni, a fare un sincrobackflip dalla rampa naturale di un ponticello  con il neurone landando senza mani. Ma il neurone stesso mi è uscito dall’orecchio e mi ha detto di non scrivere più fandonie, che poteva bastare così e che il pubblico 8cioè voi, ed anche me) se ne era già andato droppandosi verso il rpimo doublemcchickenchocolate della giornata!

Stop.

Off.

Fine delle trasmissioni.