CLAVICOLA vs PASSIONE

Immagine proveniente dalla rete

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Oggi è il mio compleanno.

Da un mese non monto in sella causa rottura della clavicola durante una fantastica giornata di freeride nel biellese.

Tutti (i non bike addicted) che mi chiedono: “ma ora hai paura? Tornerai in sellla?”

TORNERO IN SELLA?!?!?!?!

La risposta è scontata!!!!

Che lo sport per me sia una droga l’ho gia detto, ma ora me ne accorgo ancora di più!

Sicuramente appena salirò in sella andrò meno a cannone di prima, ma  vi assicuro che ogni giorno trascorso non ho pensato al male della spalla, ma ai giri che non ho potuto fare, alle gare saltate, al fango che non ho avuto sulle gambe, a quanto sono fortunato ad avere questa passione.

Lo scambio di messaggi con gli amici che scherzando organizzano l’uscita e te la propongono (…stardi!) gli sciami di ruotine che ti passano di fianco mentre tu sei in macchina fermo in coda  per andare all’ospedale per l’ennesimo controllo…

Ragazzi, un mese di inferno privato di quello sfogo gratificante che ti stanca, ti consuma, ma ti fa tornare a casa vivo.

E vivo voglio tornare a sentirmi appena possibile.

Spesso viviamo male le nostre passioni, guardando i tempi, credendo che il nostro mezzo non sia adatto e che quindi non soddisfacente, facendoci un sacco di pippe mentali che non ci fanno capire che siamo in giro in bici, che i pensieri non servono a niente. L’unica cosa che conta è aprire la bocca, tirare un bel sospiro e spingere ancora di più.

La clavicola ogni tanto si fa sentire. La voglia di uscire a pedalare non smette mai di farlo invece.

Amici a breve scoprirò per quanto ne avrò. Un mese, alcuni mesi ancora non lo so, ma so che  non sono nulla davanti al resto della vita a pedalare.

Continuiamo a spingere, continuiamo a infangarci e continuiamo a godere della nostra passione.

Compio 33 anni, forse tanti per esprimere un desiderio, ma provo a farlo lo stesso: il mio desiderio è quello di continuare ad avere la stessa passione, la voglia di pedalare e di esplorare che può avere un bambino.

Perchè le ossa si riparano, le cicatrici si collezionano ma ogni pedalata sarà sempre  un’esperienza unica.