Intervista : Mario Pierguidi, fotografo

Intervista : Mario Pierguidi, fotografo
I saggi dicono che la fotografia sia prima nel cuore, nell’occhio ed infine in una macchina fotografica… Sapere raccontare e farlo col proprio stile è un (relativamente) lungo cammino, alimentato dalla passione che ci metti.

 

Oggi amici cinghiali andiamo ad incontrare Mario Pierguidi, personaggio che bazzica per i tracciati della Superenduro armato di macchina fotografia … non ditemi che non si era capito 🙂

Ciao Mario e grazie per aver accettato di fare quattro chiacchere con noi cinghiali.
Nel mondo della superenduro credo che in molti ti conoscano, vuoi presentarti a chi invece ti incontra per la prima volta oggi su wildpigs.it?

Grazie a Voi WILDPIGS!
Nel mondo agonistico dell’enduro molti mi conoscono forse perchè ad ogni loro passaggio davanti al mio obbiettivo mi sgolo per incitarli… eheheh. Questo sport mi gasa. Per chi non mi conosce sono un “ragazzetto” con gli occhi a mandorla armato di fotocamera che si aggira per i tracciati delle prove speciali e cerca di tirare fuori qualche foto decente.

Quando è sbocciata la tua passione per la fotografia e come si è evoluta?

E’ banale, ma ho sempre avuto questa passione, l’evoluzione (ammesso che possa essere chiamata tale) è avvenuta naturalmente, fra picchi di fotta pura e sconforto mortale, sono molte le persone alle quali ogni giorno dico grazie per questo.

La fotografia è diventata un tuo lavoro?

La fotografia nasce per tutti come passione, portarla sul piano professionale è un’altro paio di maniche, ma ora posso dire con orgoglio che faccio il fotografo… e come dicevo sopra per questo ringrazio la mia dolce metà!

Che tipo di fotografia ti piace fare? Cogliere il gesto atletico, raccontare un momento, ispirare? Cosa?

I generi fotografici sono innumerevoli, ma tutti si uniscono in un’unico fine: trasmettere un’emozione, bella o brutta che sia. Quello che adoro di questo mezzo di comunicazione è proprio il poter comunicare. Amo il gesto atletico e il cercare di coglierlo nel suo attimo di massima espressione (il riuscirci è roba da maestri), raccontare un momento secondo me è avere la sensibilità di viverlo a propria volta, riuscire a farlo è il mio obbiettivo… un giorno ci riuscirò.

Che attrezzatura ti porti dietro durante le gare?

L’attrezzatura giusta! eheheh… a parte gli scherzi, per riuscire a seguire questo tipo di gare devo correre nel vero senso della parola, quindi, per quanto mi riguarda scelgo l’attrezzatura in base a come ho deciso di fotografare, esempio: adoro gli schemi di luce artificiale in mezzo ai boschi, quindi minimo due lampeggiatori comandati a distanza, due corpi macchina e due ottiche, una corta e un tele il tutto attaccato addosso tramite appositi supporti, evito di avere attrezzatura appesa e ballonzolante. Ovviamente un rotolo di nastro americano non deve mai mancare, ma cosa che ritengo personalmente molto importante è il come ci si pone con le persone che si incontrano, che per simpatia o per gentilezza riescono ad aiutarmi sempre in un modo o nell’altro e credetemi questo è meraviglioso.

Fai un sopralluogo prima della gara o ti lasci guidare dall’istinto e dal momento?

Questo dipende dalla logistica e dalla località. Raramente fotografo alla “buia”, il mio piano “B” DEVO sempre averlo, ogni postazione che scelgo deve avere almeno due possibilità di ripresa. Se proprio dovessi trovarmi in mezzo al “buio” allora fuori i maroni, non è proprio un improvvisare, mi sono “costruito” degli schemi di ripresa e cerco di adattarli ai punti di passaggio.

Sei anche un biker? Che bici hai e dove giri? So che sei diventato parà, come concigli il tutto con gli impegni di famiglia?

Adoro la mtb, la uso da quando avevo 15 anni, ho provato addirittura a cimentarmi nel settore agonistico sia XC che DH… e poi mi sono dato alla fotografia… eheheh… ora in garage dorme una nerissima GT Force settata per uno che ha il fisico… mono da 34, pedali flat e forcella da 160mm… peccato che sopra di essa ballino i ragni… vorrei avere delle giornata da 25 ore… e non basterebbe…
Come detto sopra, ogni giorno guardo mia moglie e la ringrazio per quello che è e per come riesce ad assecondare il fatto che scappi di casa il sabato mattina col buio e torni la domenica… sempre col buio… ora con la nostra Piccoletta in giro per casa le priorità sono cambiate e le trasferte le decido a tavolino per tempo e non sempre decido di partire.

Parlando della fotografia in generale, cosa ti piace di più di questa forma d’arte e c’è qualcuno a cui ti ispiri o da cui trai spunto?

Giustissimo, la fotografia è un’arte, l’arte di scrivere con la luce. Al di là dei canoni rigidi della fotografia “antica” oggi ognuno ha la possibilità di poter dire la sua con in mano una fotocamera, ma perdonami il paragone, il panettiere sa come fare il pane e anche se io a casa ho il forno fico, non riuscirò mai a farlo come il suo. Penso quindi che fare fotografia sia più che altro una decisione, una scelta. Tantissimo studio, pratica, sproloqui, delusioni, crampi al dito indice e qualche soddisfazione ogni tanto. Penso che essere un fotografo famoso e fare un’eccellente fotografia siano cose (ahimè differenti a volte), per questo non mi faccio ispirare dal fotografo, ma dalla sua fotografia, quella fotografia che ti fa dire: CAxxO!!!