La dura vita di un biker a Finale Ligure senza la propria bici…

La dura vita di un biker a Finale Ligure senza la propria bici…

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Quello che state per leggere è il mio racconto. Il triste racconto di un giovane (‘na volta) biker che ha deciso di trascorrere il weekend di Pasqua con la famiglia a Finale Ligure.

🙂

Tre stupendi giorni passati con la famiglia in quello che è il paradiso della mountainbike. Che però senza bici si può trasformare in un infermo.

MA andiamo per gradi.

Partiamo il sabato mattina, il tempo non è dei migliori, sul Tuchino piove (e sticazzi, sai che novità!)…

Arriviamo a Finale che sta smettendo anche di piovigginare. un vento a 30km/h ma zero pioggia.

Inizio a riconoscere le strade,quelle che anche quest’anno ci porteranno alla 24h, per noi l’evento in assoluto.

Il “prurito” dato dall’essere in questo paradiso ma non avere la bici inizia a farsi sentire.

“Il tempo è brutto, i bikers non saranno in giro…” dico bello convinto.

Mi dirigo verso il nostro albergo e qui mi flagello da solo per la mia scelta: ho prenotato al Florenz, che oltre ad essere un buonissimo albergo… fa parte dei Bike Hotels!!!!!!

Giro a destra per entrare nel parcheggio ed ecco davanti a me sorridenti (si lo so che voi dannati state sorridendo per prendervi gioco di me, vi odio tutti!!!!) una ventina abbondante di ciclisti bardati come se non ci fosse un domani, pronti a fronteggiare gli umidi sentieri del Finalese.

“che stupidi, chissà che fango e che freddo” mi dico per convincermi. Ma con scarsi risultati.

Entro e ad un tavolino nel salottino all’ingresso, a rincarare la dose, ecco Riccardo, l’organizzatore della 24 ore che è li per determinare alcuni punti della logistica della gara. Un abbraccio e un saluto a lui e Lorenzo (proprietario dell’albergo e storico ideatore della 24h stessa), una botta di “mavaffanCulo” per rispondere alla domanda “hai portato la bici” e dopo aver scaricato la macchina si va verso il centro.

Cinque minuti a piedi per arrivare a Finalborgo, 20 minuti per trovare dove mangiare. Sti fottuti ciclisti hanno occupato tutti i locali. E che fastidio vedere tutte quelle (bellissime, vacca miseria) bici parcheggiate fuori dai locali.

Basta, “Cristina, non posso reggere questa atmosfera, andiamo verso il mare a respirare un pò di iodio”. E lei che mi prende per il culo vedendo i miei occhi che come un tossico scrutano tutti i componenti di quegli inutili pezzi di ferro ruotati. Che fascino potranno mai avere le bici?

In 15 minuti siamo al mare. QuindiciFastidiosissimiMinuti durante i miei timpani sono stati messi a dura prova dal ronzio di quelle fastidiosissime ruote libere che sibilano… Che noia… E come se non bastasse durante la tratta incontro Andrea e Valeria, due amici del nostro gemellaggio con i Bike in Progress che ci invitano a raidare con loro l’indomani… Ma questi da Milano devo beccarmeli anche qui a tentarmi?!?!?! 🙂

Arriviamo in centro a Finale, il bimbo si risveglia e mi prende per il culo anche lui dall’alto dei suoi 17 mesi: a tutti (e tanti) i bikers che passano (tutti infangati, che schifo, che sport inutile) punta l’indice e dice “papà!”. Ok Giacomo, papà va in bici, ma non è il caso di ricordarglielo oggi!

Passa il pomeriggio, risate con moglie e bimbo, tanto giocare, il vento cala e decidiamo di andare in spiaggia. “Qui saremo al sicuro dagli odiosi ciclisti!” mi dico. E poi mi giro.

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Basta andiamo a cena, non posso farcela più….

Inutile dirvi che appena arrivati in cortile quei vigliacconi che la mattina erano tutti belli pronti per andare a infangarsi al mio arrivo avevano un sorriso ancora maggiore mentre erano tutti li ad aspettarmi per farmi vedere che stavano lavando i loro bolidi vero?

La mattina dopo mi sveeglio, guardo fuori dalla finestra per vedere il clima e quattro svizzere (cicliste, non bistecche) si stanno preparando per uscire a raidare. Come non capirle, oggi è pure bello…

Scendiamo a fare colazione. Trovo indecoroso che un albergo abbia un’ottima colazione a buffet, ma trovo ancora più indecoroso  che 3/4 (forse più) dei clienti indossi shorts e ginocchiere abbassate sui polpacci… Voglio dire, non c’è rispetto per i poveri ciclisti senza mezzo?!?!?!

Il resto della mia vacanza non ve la racconterò, perchè alla fine vi ripeterei quello che già ho scritto, solo amplificato da un tempo migliore che ha moltiplicato i riders.

Voglio solo aggiungere una che il buon Lorenzo (già citato proprietario del Florenz), poco prima che ce ne andassimo, dopo avermi ricordato tutti i vantaggi del suo bike hotel ha voluto mostrarmi, giusto per trafiggermi il cuore, la sua bike room precisando “non farà molto effetto perchè molti clienti oggi sono già andati via”. Grazie Lorenzo, mi stai sulle balle…

Qui di sotto ecco cosa mi hanno raccontato che ho visto una volta che mi sono risvegliato dallo svenimento.

In conclusione:  ODIO FINALE (senza una bici)