Traversata del Vercellese, da Sud a Nord

Traversata del Vercellese, da Sud a Nord
L’idea di mettere assieme più itinerari mi balenava già per la testa da qualche mese, certo che sarebbe stata si una bella avventura ma altrettanto certo che sarebbe stata un’impresa ardua e tosta.
Questo è uno dei periodi migliori per affrontare la montagna e così decido di attuare il piano tanto atteso, niente navigatore GPS perché non è presente fra le mie attrezzature, il 90% del tracciato è frutto di anni di tentativi e di “esperienza” fatta sul campo, la parte del Biellese e della Valsesia la conosco abbastanza bene come le mie tasche, mi mancava solo il tratto di trasferimento sulla pianura per agganciarmi al biellese sfruttando il più possibile le strade sterrate.

 

Partenza da Vercelli
 
Lungo il fiume Sesia
Tutto è pronto, sono le sei del mattino ed è buio, luci montate e zaino in spalla, la città ancora dorme e io inizio a pedalare per portarmi sugli argini del fiume Sesia da dove inizierà questa interminabile e indimenticabile avventura, è buio pesto e questo tratto posso farlo ad occhi chiusi, solcato negli anni credo ormai migliaia di volte, la direzione è quella di Formigliana passando gli abitati di Quinto Vercellese e Collobiano, costeggiando il torrente Cervo, ovviamente tutto offroad!

 

Alba sulle risaie
 
Canale Cavour
L’alba inizia ad illuminare la campagna circostante, ora l’abitato di Balocco per poi proseguire in direzione Villanova Biellese alle porte della riserva naturale delle Baragge, denominata la Savana Biellese, attraversarla all’alba da un tocco in più di wild, non ho solcato le varie piste che si addentravano e scavalcavano prima a destra e poi a sinistra continuamente la “pista” principale che attraversa il parco nella sua lunghezza, ho cercato la via più lineare e battuta per raggiungere Candelo, sono su asfalto per raggiungere il suo abitato, mi fermo per una breve visita al suo Ricetto e riparto sempre su asfalto in direzione Biella, poi in direzione Andorno Micca proseguendo per la Valle Cervo.

 

 

Baraggia Biellese
Ricetto di Candelo
Qui la strada sale, da Biella su di una salita morbida e costante, ma lasciata Andorno e presa la direzione per Tavigliano la salita diventa irta e costante senza mai mollare un metro, qui sarà dura, anzi durissima, la direzione è quella del M.te Casto, anche se lo passerò senza arrivare alla sua vetta, proseguo immerso fra boschi di castagno, betulle e faggio, la strada ora torna sterrata e raggiungo l’Alpe Pratetto dove la strada pedalata per ora finisce. Devo prendere la bici in spalla e salire a piedi per raggiungere Bocchetto Sessera, saranno circa 30′, da qui inizia ad aprirsi il panorama tipico delle nostre alpi, se non fosse che il cielo era coperto da basse nubi…
Risalita verso Bocchetto Sessera

Bocchetto Sessera 1373 mt conquistato, valico alpino delle Prealpi Biellesi dal quale partono numerose piste sterrate, una di queste mi porterà alla Bocchetta della Boscarola in Valsesia, mi fermo a farmi fare un panino e ad acquistare una coca cola riempire la borraccia e ripartire. Da qui sono circa venti chilometri di pista che dividono i due valichi, il primo tratto in discesa verso valle e, ovviamente, il secondo tratto in salita sempre pedalabile con tratti mai troppo duri, sono nella Foresta della Alta Valle Sessera, semplicemente fantastica da attraversare!
faccio una sosta a fondo valle prima di iniziare la risalita verso la Bocchetta della Boscarola per mangiare un panino e reintegrare le energie spese, so che dovrò affrontare la parte più dura del percorso e psicologicamente non è mai troppo facile, ci sono sempre mille dubbi che ti assalgono e ti chiedi sempre se riuscirai nell’impresa, studi già le eventuali vie di fuga se dovessi battere la ritirata per imprevisto o per sfinimento, perché in fondo rimane pur sempre un’avventura e lo spirito deve rimanere quello comunque vadano le cose.

 

 

Bocchetto Sessera

Bocchetto Sessera guardando verso la Valsesia, in fondo la Bocchetta della Boscarola
 
Foresta Alta valle Sessera
Ricomincio a salire piano, piano, siamo a fine stagione e i ritmi sono ormai bradiposi, le gambe belle piene e il fisico pimpante della prima metà dell’anno ormai sono solo un ricordo, quindi so già che il ritmo sarà molto “escursionistico” e mi accontenterò gustandomi i panorami. A breve svalico in Valsesia passando la Bocchetta della Boscarola, ora la strada scende fino a raggiungere il nastro d’asfalto che da Scopello sale all’Alpe di Mera, mancano pochi chilometri a raggiungere il comprensorio di Mera,  raggiunto, mi fermo brevemente, non voglio raffreddarmi, voglio affrontare di petto la parte più tosta quindi su per la direttissima che mi porterà al Camparient proseguendo su quelle che in inverno sono le piste da sci lungo la Colma dei Lavaggi. Sono sotto cima d’Ometto, cima appena sotto i 2000 mt che separa la conca di Mera da quella di Meggiana. Bici a spalla stile crocifisso, due ore di portage per procedere lungo il taglio “orizzontale” che porta verso La Crocetta. Raggiunta, la fatica è ormai finita, so che ci saranno ancora tratti impegnativi ma il peggio è passato, decido nuovamente una breve sosta per rifocillarmi. La “discesa” verso il Meggiana si fa a piedi, il sentiero è ricoperto da rododendri e da massi enormi, scavato e molto ripido in gran parte, ma già lo sapevo…
Arrivato alla sua fine si intercetta una sterrata che sale per un paio di centinaia di metri per poi scendere verso l’alpeggio.
Bocchetta della Boscarola

Colma dei Lavaggi
Il M.te Rosa sullo sfondo

il comprensorio di Mera

Cima d’Ometto

sentiero 41 che porta a La Crocetta
 
La Crocetta
 
E anche il Meggiana è conquistato, ultimo sforzo very hard per risalire verso l’Alpe Pizzo con punte che vanno al di sopra del 20%, per la prima volta lo affronto in parte spingendo la bici a piedi, la stanchezza accumulata è notevole, ho superato i 100 km e abbondantemente i 2500 di dislivello positivo, rimetto assieme le energie fisiche e mentali per affrontare la pista che scende verso la valle Sorba e che mi porterà a Rassa, non è nulla di tecnico o complicato, ma è ripida in molti suoi punti, molto sconnessa e piena di pietre e tornanti, che con la stanchezza si potrebbero rivelare delle trappole e non voglio pregiudicare il “giro” proprio nella sua fase finale!
Mi assaporo l’Alpe Pizzo, entrata nel mio cuore ormai da alcuni anni e per me perla della Valsesia e del Piemonte, si sale ancora leggermente e poi giù verso l’alpe Sorbella, Alpe Sorba e passo il bellissimo e caratteristico centro di Rassa per rimettere finalmente le ruote su asfalto e far riposare i miei polsi, giù fino a fondo valle per raggiungere in Valsesia il centro di Piode.
Alpe Pizzo e il suo laghetto
 
Alpe Sorbella
 
Torrente Sorba
 
 
Raggiunta Piode non mi resta che seguire la ciclabile offroad che collega Scopa (più a fondo valle), ad Alagna attraversando in parte molte dei bellissimi e caratteristici piccoli centri abitati dell’alta Valsesia fino a raggiungere finalmente la tanto attesa e agognata meta, Alagna (Im Land in lingua Walser) e i suoi Walser.
Faccio razzia presso un negozio di alimentari in città, mi riposo e mi godo la vittoria a mani alte, una sfida con me stesso e un altro piccolo sogno tirato fuori dal cassetto, non mi resta che risalire in bici e scendere su asfalto verso il fondo valle per raggiungere il randevu con la mia paziente moglie che mi recupera a Scopa.
In totale ho percorso 150 km con 3200 mt dsl+
Vercelli – Alagna off-road – 126 km con 3200 mt dsl+

 

 
Alagna “Im Land” fra i Walser

 

Questa è la mia conoscenza, esperienza e consapevolezza sul mio territorio, se volete provare nuove esperienze, avventure o gustarvi semplicemente questi splendidi paesaggi, ovviamente anche solo in parte non avete che da contattarmi e sarò felice di farvi da Guida!

Per maggiori info visitate: www.polverefatica.it
Manuel